11 Gennaio, 2019 | Di Wellnet

Le PR all’epoca della Voice Technology

Voice Technology

Tutto è iniziato nel 2011, quando Apple creò Siri. Da allora il trend della voice technology è esploso, diventando praticamente mainstream.

Il 32% delle case negli Stati Uniti è fornita di un voice assistant, e secondo uno studio di Adobe (Adobe Analytics’ State of Voice Assistants 2018 survey) entro la fine dell’anno questa percentuale raggiungerà il 50%, sull’onda dello shopping natalizio.

La ricerca vocale si sta inserendo in sempre più aspetti della quotidianità dei consumatori. Oltre alle funzionalità base, come riprodurre musica (70%), controllare il meteo (64%) e impostare dei promemoria (46%), gli utenti stanno impiegando questo tipo di tecnologia per altri scopi più specifici, come le ricerche online (47%), la consultazione di notizie (46%) e la ricerca di base (35%).

Google Speakable dà una voce ai brand

Gli utenti hanno sempre più fame di informazioni e di notizie; questo non solo è incoraggiante, ma rappresenta anche il campo in cui la voice technology ha maggior potenziale immediato.

È ancora presto per dirlo, ma sembra proprio che questa tecnologia stia superando le risposte standard da voice assistant: non più, quindi, semplici “ecco cosa ho trovato online”, seguiti da una lista di articoli (a volte utili, altre no) che l’utente dovrà comunque spulciare manualmente per trovare la risposta alla sua domanda.

Ora, grazie a tecnologie come Google Speakable (ancora in fase beta), i consumatori possono proseguire con l’esperienza “vocale”, perché i contenuti vengono letti direttamente dall'assistente, che cita i prodotti, i marchi e fornisce aggiornamenti sulle ultime novità dell'azienda.

In un blogpost, Google dichiara: “Per soddisfare nuove query di ricerca con risultati affidabili, stiamo collaborando a un nuovo sistema di specifica per dati strutturati schema.org chiamato Speakable, per permettere a publisher che rispettino i criteri di segnalare quali sezioni di un articolo sono più rilevanti per essere letti ad alta voce dal Google Assistant. Quando la gente chiede “Quali sono le ultime notizie sulla NASA?”, il Google Assistant risponde con un estratto di un articolo e il nome della testata, quindi chiede all’utente se vuole sentire un altro articolo, inviando inoltre link rilevanti al suo dispositivo mobile.”

Tattiche di PR da adottare

Secondo il sito di misurazione audience comScore, entro il 2020 metà delle query di ricerca sarà per via vocale. Per cavalcare questo trend e inserire in Google Speakable i propri clienti e marchi, gli esperti di PR dovranno presto pensare a incorporare alcune tattiche audio-friendly nei propri contenuti.

Ecco alcuni consigli:

  • Scrivere contenuti concisi che possano essere letti ad alta voce in risposta a una domanda.
  • Trovare nuove keyword per spiegare e taggare un argomento, per far sì che si allinei con il nuovo metodo di ricerca.
  • Targettizzare i siti di notizie validi che Google riconoscerà come publisher selezionati.
  • Sottoporre i propri siti/blog o quelli dei clienti per l’inclusione nel Google News Publisher Center.
  • Utilizzare codice Schema.org/Speakable per identificare e segnalare frammenti audio sul proprio sito o su contenuti a cui si è collaborato.

Con le ricerche vocali in crescita, le content strategies non saranno più solo basate su download, click e like. Gli esperti di PR e di marketing dovranno necessariamente inserire nei loro piani di comunicazione anche il voice engagement, che sta diventando sempre di più un modo in cui i consumatori interagiscono con i brand e si informano su prodotti, trend e sviluppi.

 

 

 

 

Fonte: prdaily.com

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